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Cap.2.1: La gravitazione: ciò che la fisica odierna non vede, ma c’è…

Sezione 2

Perché fisica Unigravitazionale.

 

Capitolo 2.1: La gravitazione: ciò che la fisica odierna non vede, ma c’è

Se raccogliamo tutte le informazioni possibili da libri ed esperti del massimo livello sulle caratteristiche della forza gravitazionale, scopriamo un fatto impensabile: ne manca una, assolutamente fondamentale, di cui nessun fisico si accorge, benché sia sotto gli occhi di tutti.

Questa proprietà è la “polarizzazione”. Tutti i corpi celesti – da soli e in sistemi – hanno un piano equatoriale e un asse polare, intorno a cui ruotano. Così fanno il Sole, i pianeti, il sistema solare, le galassie. Cosa c’è di più visibilmente polarizzato dell’immenso disco di una galassia?

Ebbene, l’idea che tutte le teorie moderne hanno dell’agire della gravitazione è che essa abbia una “simmetria sferica”. Troviamo, per esempio, quest’incredibile abbaglio nel numero 65, dedicato ai “Trecento anni dai Principia“, della rivista L’ASTRONOMIA (aprile 1987, I segreti di G, di Anna M. Nobili)):

“…la forma sferica di tutti i corpi di dimensioni superiori a circa 200 chilometri testimonia del dominio della gravità, ricalcando la caratteristica simmetria sferica del potenziale gravitazionale” (pag.21).

A conferma della generalità di questa idea del tutto fantastica della fisica moderna, si legge in LA GEOFISICA di Owen M. Phillips (Biblioteca EST Mondadori):

“Le forze connesse con un semplice campo unipolare, come il campo gravitazionale, (…) decrescono secondo 1/r2, cioè con il quadrato della distanza. Quelle connesse con un campo dipolare, per grandi distanze, decrescono secondo 1/r3, cioè con il cubo della distanza” (pag.168).

L’equivoco è nato proprio con la mitizzazione delle leggi empiriche di Keplero e di quelle teoriche di Newton, i cui teoremi considerano l’attrazione gravitazionale come isotropa: eguale, cioè, in tutte le direzioni dello spazio, a partire da ogni singolo corpuscolo; il che non è vero. Se l’attrazione di ogni corpuscolo fosse isotropa, ovvero sfericamente equipotenziale, la gravitazione non potrebbe risultare polarizzata.

Ne consegue che la formula newtoniana F = G (m1 m2 / r2) annovera i suoi successi (moto dei pianeti, scoperta di Nettuno, sonde interplanetarie) in una determinata fascia di fenomeni cosmici entro la quale è grosso modo valida, ma fallisce completamente proprio in quel carattere di “universale” che si riconosce alla gravitazione. Nei successivi tentativi di misurare quella forza in base al preconcetto di isotropia (bilancia di Cavendish, ecc.), il valore della cosiddetta costante G ne è uscito approssimato in modo ridicolo, con tre sole cifre significative (6,67), come si constata nello stesso articolo della citata rivista e a pag.60 del libro di Phillips. Il che significa, in pratica, che G, lungi dall’essere una “costante universale”, è una modestissima “variabile”.

Il primo passo, dunque, per capire la natura del campo gravitazionale è porre al suo fondamento la proprietà della polarizzazione: il campo gravitazionale è, prima di tutto, un dipolo. Vedremo che la sua funzione attrattiva è correlata a una propagazione rotante: la quale è l’unica spiegazione del movimento rotatorio degli astri, la cui causa è del tutto sconosciuta alla fisica contemporanea.

Questo primo capitolo del nostro discorso elimina, in conclusione, la prima delle apparenti diversità che contrapporrebbero la gravitazione alle altre presunte “forze” cosmiche (elettromagnetica, nucleare debole e forte): il campo gravitazionale è dipolare, come quello di ogni singola particella (spin dell’elettrone, del protone, ecc.), come un dipolo magnetico, come i corpuscoli e le onde luminose nel fenomeno della polarizzazione della luce.

Se ne deduce l’illusorietà e vanità dei tentativi di trovare il “monopolo magnetico”, che è come cercare un mezzo corpo celeste col solo Nord magnetico, separato dall’altro mezzo col solo Sud ed equivale a non capire che la dipolarità è intrinseca alla natura della materia ed è correlata inseparabilmente alla rotazione di qualsiasi campo.

Ciò solo basterebbe a dimostrare il totale smarrimento concettuale della fisica attuale e il suo cieco matematicismo: dalle equazioni dell’elettromagnetismo dovrebbero nascere mostruosamente poli magnetici separati, come le cariche elettriche, distinte in positive e negative. E’ inconcepibile come non si capisca che non c’è, in realtà, alcun rapporto simmetrico tra il magnetismo, che è un fatto ondulatorio, e la corpuscolarità di elettroni e protoni. Ne esce, così, già confermato uno dei titoli della nostra bibliografia: Un fantasma si aggira per il mondo: la fisica teorica.

Nei successivi capitoli elimineremo una per una tutte le altre parvenze di diversificazione tra la gravitazione e le altre forze, pervenendo al riconoscimento della prima come unica forza reale agente nell’universo (“fisica unigravitazionale“).

 

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