Capitolo1.7
a) FOTONE = GRAVITONE: l’UNIVERSO E’ LUCE.
Questa fisica dimostra che la sorgente unica di qualsiasi campo gravitazionale è una particella unica e fondamentale, indivisibile costituente di tutta la cosiddetta “materia”: ovvero l’ atomo assoluto (non, quindi, quello che oggi si chiama impropriamente “atomo”). Questa particella è il corpuscolo infinitesimo che produce il fenomeno che diciamo luce: il “fotone”; dal che l’espressione sintetica usata dall’autore: l’Universo è luce. Il fotone si identifica, quindi, con il “gravitone”, intuito ma vanamente ricercato finora dalla fisica contemporanea.
Per il momento dobbiamo considerare puntiforme tale particella, di cui è invece possibile individuare dagli effetti una geometria dimensionale e il funzionamento primitivo.
b) IL MEZZO INTERMATERIALE.
Il fotone-gravitone perturba secondo una legge precisa (che è alla base dell’equazione cosmologica) un mezzo intermateriale, l’ “etere” degli antichi, la cui esistenza viene negata dalla fisica contemporanea con un abbaglio grossolano nato dall’errata valutazione dell’esperimento Michelson-Morley ed è invece matematicamente provata da altri esperimenti e ragionamenti, a loro volta fraintesi dalla stessa fisica, che li stravolge per altre insostenibili letture, come quella relativistica.
La perturbazione suddetta non è una espressione indeterminata e priva di senso effettivo, come lo “spazio curvo” della relatività nato da una pur giusta intuizione (con le sue conseguenze osservative: deflessione della luce, ecc.), ma un campo ondulatorio avente una geometria e leggi funzionali matematicamente determinate, delle quali si dà una continua verifica nei fenomeni che via via vengono presi in esame.
c) LA STRUTTURAZIONE GRAVITAZIONALE.
L’effetto unico del campo è appunto la gravitazione: “universale” nel senso pieno del termine, che comprende ogni ordine di fenomeni, dal microcosmo subatomico al macrocosmo degli ammassi di galassie, accomunati da una legge di composizione geometrica e funzionale progressiva (la già citata “coniugazione ondulatoria”), che non separa i fenomeni elettromagnetici e nucleari da quelli della gravitazione macroscopica e somma i campi elementari in altri sempre più intensi e complessi, eliminandone ogni apparente diversificazione.
Il risultato della gravitazione è la strutturazione della materia, ovvero la formazione dei corpi, e il mantenimento di un generale equilibrio dinamico tra tutti i corpi dell’universo. Vedremo (alla pagina successiva di questa sezione: Ed ecco quindi…) che tale meccanismo esclude in modo assoluto la possibilità fisica di fenomeni come il “collasso gravitazionale”, le “stelle di neutroni”, i “buchi neri”, il “big bang”, l’ “espansione dell’universo”, la “fuga delle galassie”: veri e propri mostri concettuali nati da false interpretazioni di una fenomenologia che ha tutt’altra spiegazione: quella appunto che daremo nelle prossime pagine.