Sezione 6
Descriviamo la soglia infinitesima dell’universo fisico.
Premessa: l’uomo è la sua mente e non i suoi strumenti.
La fisica odierna è nata dall’incapacità dei suoi numi tutelari di stabilire relazioni logicamente corrette tra fenomeni usuali e fenomeni in apparenza anomali, semplicemente applicando agli uni e agli altri un’ottica e una logica d’insieme.
Tra la galassia di Andromeda e una quasar situata a miliardi di anni luce, quale di quei venerati mostri di pensiero riuscirà a capire che si tratta di diversità osservative in arrivo a noi e non endogene a quei corpi celesti e che quindi Andromeda, messa nel posto della quasar, ci apparirebbe essa medesima una quasar?
Sfortuna ha voluto che quei cervelloni abbiano partorito per ciò che non capivano interpretazioni quanto più folli sia possibile immaginare, le quali, proprio per la loro totale assurdità, sono diventate un oggetto mistico da adorare feticisticamente, sia per i loro creatori, sia per la fanatica credulità dei profani.
Una di queste geniali fantasticherie dell’assurdo è il “principio di indeterminazione” di Heisenberg, secondo il quale l’indeterminato o indeterminabile per via di strumenti sarebbe indeterminato in sé, assolutamente indeterminato nella stessa realtà naturale.
Se ciò non fosse il frutto della stolidità congenita della fisica teorica contemporanea, si sarebbe tentati di ipotizzare l’esistenza di un piano diabolico, il più astuto possibile, inteso a distruggere la capacità di pensare dell’ homo sapiens.
Questa sezione delle nostre pagine rappresenta il ripristino dei diritti della conoscenza, che dal noto indaga l’ignoto e in base alle leggi del mondo dell’esperienza, sia quella dei sensi sia quella strumentale, giunge logicamente fino alla soglia estrema dell’universo fisico. Questa non può essere altra da sé, poiché il cammino fatto deduttivamente per arrivare ad essa comporta che senza di quella particella limite, così come disegnata, l’intero cosmo non potrebbe essere.
L’analisi della particella elementare, ovvero dell’atomo assoluto, che qui ci accingiamo a fare, è dunque il punto d’arrivo di un percorso rigorosamente logico, che discende dalla natura esistente verso il suo fondamento ultimo. È inconcepibile come i fisici d’oggi non si siano, per esempio, posto un problema imprescindibile per qualsiasi discorso ulteriore: quello della frequenza emissiva delle sorgenti ondulatorie, che non può non ricondursi al funzionamento intimo di una sorgente assolutamente elementare.
Il cammino dell’uomo nel terzo millennio è sicuramente predeterminato da un riconoscimento o da una rinuncia: il riconoscimento della sua autonomia dalle “cose” o la rinuncia ad essa.